Mercati, Bitcoin: il dibattito sulle commissioni delle transazioni

Attualmente ogni transazione in Bitcoin richiede il pagamento di una fee, ovvero di una commissione da pagare ai miner, per poter essere inserita in un blocco, confermata e registrata sulla blockchainNon è sempre stato così. Le fee in teoria non sono strettamente necessarie, come fa notare Cryptonomist.ch.

Le fee delle transazioni sul Bitcoin e Lightning Network

Per prima cosa va detto che non è necessario dover sempre registrare una transazione in Bitcoin sulla blockchain di Bitcoin. Inizialmente lo era, ma da quando è stato rilasciato Lightning Network (LN) possono anche essere effettuate transazioni off-chain che non richiedono la registrazione sulla blockchain.

E’ comunque sempre necessario pagare una commissione, che però non va ai miner, che si occupano solo di registrare le transazioni sulla blockchain, ma al nodo LN che si sta utilizzando. Ad esempio, utilizzando un proprio nodo è possibile non pagare fee oppure pagarle a sé stessi.

Anche le fee per le transazioni su LN sono irrisorie, pertanto assolutamente non problematiche.

Il discorso in realtà si fa più interessante se ci si concentra sulle transazioni on-chain.

Le transazioni Coinbase

Il protocollo Bitcoin non prevede necessariamente il pagamento di fee sulle transazioni da registrare in blockchain.

Le transazioni cosiddette “di coinbase”, ovvero quelle con cui il miner ha diritto di creare un certo numero di nuovi bitcoin se riesce a minare un blocco, non hanno fee, anche perchè qualora ci fossero sarebbero fee che il miner pagherebbe a sé stesso, quindi totalmente inutili.

Ma questo è un aspetto che interessa solo i miner, e non gli utenti comuni.

La prima transazione mai registrata sulla blockchain di Bitcoin con invio di BTC da un utente ad un altro, inclusa nel blocco 170 il 12 gennaio 2009, non aveva fee. Ovvero il miner che minò quel blocco, presumibilmente Satoshi Nakamoto o Hal Finney, accettò di inserire quella transazione nel blocco che stava minando, anche perchè questo gli dava diritto comunque ad autoassegnarsi ben 50 BTC.

Il fatto che il miner possa autoassegnarsi un certo numero di bitcoin creati dal nulla per ogni blocco minato, fino a che tale premio a forza di dimezzarsi non verrà azzerato (forse attorno al 2140), risulta essere un incentivo sufficiente a consumare energia elettrica per minare, tanto da non aver bisogno di ulteriori incentivi per inserire transazioni da confermare all’interno dei blocchi. Questa dinamica però da tempo risulta essere sorpassata.

Ogni blocco ha una dimensione limitata, e può includere solo un certo numero di transazioni, difficilmente superiore a 3.000. Quando le transazioni in attesa di essere registrate sulla blockchain sono più di 3.000, il miner sceglie quelle con fee maggiori per inserirle nel blocco che sta cercando di minare.

Ecco perché da tempo le transazioni in bitcoin con zero fee hanno scarsissime probabilità di essere incluse in un blocco dai miner che, ovviamente, preferiscono quelle con fee maggiori.

Ancora oggi, a volte ne vengono incluse alcune nella blockchain, ma solo quando la coda delle transazioni in attesa è davvero molto contenuta, ovvero quando il costo marginale di includere una transazione con zero fee in un blocco è nullo.

La rete di Bitcoin in stato di congestione 

Nei momenti di maggiore congestione della rete Bitcoin le transazioni con zero fee non hanno praticamente alcuna possibilità di essere confermate, e dopo un po’ semplicemente vengono scartate e di fatto annullate ancor prima di andare a buon fine. Nei momenti più tranquilli invece qualcuna dopo un po’ di attesa viene confermata, sebbene tale attesa possa essere anche di giorni, settimane o mesi.

Da ricordare è che con alcuni wallet non custodian è possibile sia modificare le fee di una transazione ancora da registrare sulla blockchain, sia annullarla prima che venga inserita definitivamente in un blocco.

Quando il premio per chi mina un blocco verrà azzerato, gli unici incassi per i miner saranno le fee, quindi è plausibile che saranno incentivati a confermarle solo se il mittente avrà impostato cospicue fee per loro. È possibile però che, molto prima che ciò accada, la dimensione del blocco possa essere aumentata, oppure che si diffonda a tal punto l’utilizzo di LN da rendere il problema poco rilevante.